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L'africa delle meraviglie - l'arte africana nelle collezioni private italiane

2011

L'africa delle meraviglie L'arte africana nelle collezioni italiane c/o Palazzo Ducale di Genova dal 31/12/2010 al 05/06/2011 con la partecipazione di VANIA PROMETTI ex collezione privata ENRICO PROMETTI Come noto, la fascinazione dell'Occidente per l'arte africana, fenomeno che risale ai primi anni del secolo scorso, è una riscoperta dovuta alle avanguardie artistiche: è un secolo fa a Parigi che artisti come Picasso, Matisse, Derain, etc. furono letteralmente "folgorati" dall'inesauribile ventaglio di forme dall'arte africana. Tuttavia, è soltanto da qualche decennio (e quindi con un notevole ritardo rispetto ad altre nazioni europee) che le arti visive africane (in particolare quelle etichettate come "tradizionali") hanno acquisito una propria riconoscibilitá e un proprio mercato anche nel nostro Paese. Oggi infatti da noi esse sono ben note a un ristretto, ma non per questo non agguerrito, gruppo di collezionisti informati e selettivi, e contano un crescente numero di estimatori. Le collezioni italiane private di arte africana vantano numerose opere di qualità superiore. È questo sorprendente patrimonio fino ad oggi nascosto che l'esposizione intende valorizzare attraverso la selezione di oltre 300 pezzi appartenenti prevalentemente ad etnie di consolidata produttività artistica - Dan, Bamana, Dogon, Senufo, Baule, Yoruba, Fang, Kota, Teke, Kongo - scelti per la loro straordinaria forza visuale. L'obiettivo della mostra è quello di offrire una panoramica delle arti africane selezionando il meglio delle opere presenti nelle collezioni private italiane (spesso mai esposte prima in spazi pubblici) e nel contempo riflettere criticamente su quale Africa si mette così in scena. Una mostra che vuol essere accessibile a tutti e anche bella ma che qui non si ferma; una mostra che prosegue chiedendosi come nasca in noi il sentimento di questa bellezza, se corrisponda anche all'esperienza che di queste opere hanno gli Africani stessi. Ecco allora che le opere d'arte africana parlano non solo degli altri ma anche di noi, di chi le ha collezionate ma anche della storia e della società italiana nei suoi rapporti con l'Africa: le opere sono africane ma le collezioni italiane. Spesso il rapporto e lo scarto fra questi due livelli non è avvertito con la conseguenza che si attribuisce all'altro quello che viene da noi – sentimenti, fantasie, sensazioni - e viceversa. L'idea è quindi quella di una mostra polifonica e aperta in cui gli oggetti nella loro bellezza e problematicità divengono l'occasione per riflettere sulla nostra storia culturale, sul nostro immaginario sociale e su quello degli altri. Il progetto lascia spazio anche ad altri sguardi, a modi diversi di presentare, mettere in scena, catalogare mentalmente e vivere gli oggetti: quello dei collezionisti con le loro inclinazioni e l'impronta autobiografica delle loro raccolte, ma anche con un gusto socialmente definito; quello degli antropologi che tentano di restituire o di evocare l'esperienza estetica degli Africani che queste opere le hanno prodotte; quello degli Africani della diaspora, che vivono a Genova e in Italia, ciascuno con la propria storia personale, come noi tutti diversi e come noi eredi della propria storia culturale. 
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2010-12-31
2011-06-05

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