Questa mostra raccoglie una serie di libri-oggetto (o di oggetti-libro), in cui affiorano la coscienza ma anche il rimosso e il profondo dell'artista, in una combinazione suggestiva tra l'incoerenza del vissuto e l'ordine del progetto.
Sfogliando le pagine, dense di stratificazioni, scritture, cancellature, colle, bruciature, si scopre infatti un ritmo formale e il disordine delle successioni si compone nella coerenza dell'intenzione.
L'operazione, che risente delle neoavanguardie degli anni Sessanta e Settanta ed è in linea con le tracce del dadaismo e del surrealismo, chiama in causa l'idea di arte totale, i rapporti tra segno e poesia, tra linguaggio verbale, senso e non senso.
Così spesso su questi libri poco importa quale testo vi sia stampato o scritto, perché il libro "comunica se stesso" (secondo la lezione di Munari) e la prima comunicazione che si riceve dalla carta è di tipo visivo e tattile, prima ancora che linguistico.
Che siano da leggere o da guardare o entrambe le cose, i libri di Prometti parlano ai nostri occhi attraverso collage e cromie eccezionali, i cui spessori inglobano la materia della scrittura e allo stesso tempo liberano le parole dalla pagina, creando nuove direzioni e sovra-sensi.
Stefania Brunelli
OLIM Officina Linguaggio Immagine 2009 - Bergamo